Antico Forno
Dalla forma rotonda e dal gusto genuino, il pane di Triora è una vera prelibatezza, legata a una lunga tradizione di panificazione che risale all’epoca comunale. Allora, i forni pubblici venivano appaltati periodicamente secondo un regolamento antico, rimasto pressoché invariato nei secoli.
I forni punteggiavano il borgo: in vicolo Forno, in via Dietro la Colla, nelle ville di Corte, Andagna e Molini. Oggi ne resta testimonianza concreta il forno in via Sambughea, all’ingresso del paese.
Collegiata di Nostra Signora Assunta
Forse edificata su un antico tempio pagano, la collegiata fu ampliata dai Benedettini tra il X e l’XI secolo. Dell’originario edificio romanico-gotico conserva il portale a sesto acuto in pietra nera e marmo bianco.
Il rifacimento in stile neoclassico (1770-1775) fu opera di Andrea Notari, che la ridisegnò a navata unica. Nel battistero spicca il Battesimo di Cristo, dipinto da Taddeo di Bartolo nel 1397. Di pregio anche le tavole dell’altare, raffiguranti la Pietà e San Giacomo il Minore, quest’ultimo con il tipico bordone del pellegrino.
Oratorio di San Giovanni Battista
L’abside dell’oratorio (1632), sede dell’antica confraternita di San Giovanni, è sollevata su nove pilastri al livello della piazza centrale. Un portale marmoreo introduce all’interno, dove spiccano:
- il maestoso altare ligneo, realizzato da Giovanni Battista Borgogno detto Buscaglia;
- la pala della Madonna del Rosario, attribuita a Luca Cambiaso;
- e la raffinata statua lignea di San Giovanni Battista, scolpita da Antonio Maragliano nel 1725.
Palazzo Stella
Cuore pulsante del borgo e crocevia della sua storia, Palazzo Stella fu eretto nel Trecento. Ospitò la nobile famiglia Stella e, nel 1588, il commissario genovese Giulio Scribani, promotore della caccia alle streghe.
Oggi accoglie il MES – Museo Etnostorico della Stregoneria, articolato in quattro aree tematiche:
- Il pensiero magico
- Dee, spiriti e creature femminili
- Dominae herbarum
- L’invenzione della strega diabolica e il processo di Triora
Attraverso oggetti, documenti e ricostruzioni, il museo racconta gli anni bui delle persecuzioni.
Via Camurata e Cisterna Centrale
Il nome “Camurata” deriva da “casa murata”, con riferimento alla pratica di murare le porte durante le pestilenze, isolando le persone infette nelle abitazioni. L’atmosfera lungo questa via, tra muri spessi e volte scure, è ancora intatta.
Sotto un arco si trova la cisterna centrale, vero cuore idrico del borgo, grazie alla quale Triora poté resistere a carestie e assedi per secoli.
Castello
Sulla roccia che sovrasta l’abitato si ergono i resti del Castrum Vetus Trioriae, costruito dalla Repubblica di Genova tra il XII e il XIII secolo. Fu in parte distrutto dagli stessi Trioresi in segno di protesta contro l’eccessiva tassazione.
Oggi restano il mastio, porzioni della cinta muraria e la cisterna. Dal castello si scorge il fortino militare (punto 10).
Cabotina
Situata in un fienile ristrutturato, la Cabotina era – secondo la credenza popolare – luogo di ritrovo per le streghe, dove si celebravano i sabba e si preparavano incantesimi.
Dietro le sbarre, una figura femminile siede davanti a un pentolone, simbolo delle paure e superstizioni del XVI secolo. I pannelli esplicativi raccontano i tre anni che segnarono Triora. Da qui si gode anche un panorama mozzafiato sulla valle Argentina.
Chiesa di San Bernardino
Edificata nel Quattrocento e dedicata a San Bernardino da Siena dopo la sua predicazione in Liguria, la chiesetta rurale presenta due accessi: uno frontale e uno laterale, sotto un portico a tre navate.
L’interno sobrio ospita un ciclo di affreschi del XV secolo, tra cui spiccano un intenso Giudizio Universale e, sulla controfacciata, una vivace Crocifissione, probabilmente opera di Giovanni Canavesio da Pinerolo.
Chiesa di Sant’Agostino
Nel 1612, Agostino Oddo, detto il Moro, appena prosciolto da un’accusa di cospirazione contro Genova, fu assassinato a Triora, forse per la sua cospicua eredità. Eredità che egli aveva destinato agli Agostiniani Scalzi per la costruzione della chiesa e del convento annesso.
Gli edifici furono completati nel 1625 e oggi sono proprietà privata.
Chiesa di San Dalmazzo – Palazzo Capponi
In posizione panoramica, la chiesa fu costruita, secondo la tradizione, da Benedettini in fuga dal monastero di Pedona (Cuneo). Già citata in un documento del 1261, sorgeva presso una fortezza altomedievale (IX-X secolo), i cui resti sono inglobati nell’attuale Palazzo Capponi, dimora di una nobile famiglia locale.
A loro si deve anche la chiesa di Santa Caterina (XIV secolo), oggi diroccata ma raggiungibile con una breve passeggiata fuori dal borgo.